Non è un caso se il 26 luglio, giorno di S. Anna, protettrice di tutte le mamme, abbiamo fatto un ulteriore atto ufficiale e formale: ora il
comitato scuole sicure Ascoli Piceno è un’associazione con un suo
riconoscimento giuridico. Abbiamo passato mesi di incertezze a cercare di
capire come fare per organizzarci al meglio e se questo fosse realmente necessario,
ci siamo avventurati nella jungla delle carte e procedure, cercando anche di
difenderci da chi ci tirava per la giacchetta per portarci da una parte
(politica) all’altra. Ma ora i tempi erano maturi, era ora di dare
un’accelerata, abbiamo bisogno di agire, di fare azioni forti e dobbiamo farlo
come ente con una sua valenza giuridica; troppo spesso non abbiamo avuto risposte perchè di volta in volta, chi era chiamato in causa, poteva trincerarsi dietro al fatto che non c'è nessun obbligo a rispondere ad un'aggregazione spontanea di cittadini. Quindi ora, abbiamo sgretolato anche questo alibi e poi sì, vogliamo anche essere
orgogliosi di vedere riconosciuto il nostro lavoro e vogliamo avere maggiore
credibilità agli occhi di voi genitori e delle istituzioni.
Un momento di gioia, sì ma condito
da una punta di rammarico; firmavamo come direttivo assumendoci i nostri
impegni, ma allo stesso tempo c’era una domanda che aleggiava nell’aria: perché
dobbiamo essere costretti a questo? Perché dei genitori devono dare vita ad un
comitato per vedere rispettato un loro diritto, sancito dal 2003, ad avere
edifici scolastici sicuri per i propri figli? Se ci si pensa è un ossimoro: la
Pubblica amministrazione fa una legge per i cittadini, la Pubblica
Amministrazione disattende le sue stesse leggi, i cittadini devono lottare per
un diritto che è stato loro attribuito, avanti così da 14 anni!
Ma tant’è e noi siamo in ballo e
balliamo. Più volte in questi mesi, credo ognuno di noi promotori, ha avuto
momenti di scoramento, momenti in cui ci siamo detti: vorrei anch’io girare la
faccia dall’altra parte e lasciare che ci pensi qualcun’altro, ma qui la
faccenda è seria, qui c’è di mezzo un rischio per la vita dei nostri figli e
allora la coscienza non dovrebbe permettere di guardare oltre. Di ingiustizie
ne vediamo tante, tutti, tutti i giorni in tutti i settori della vita pubblica
e privata e non ci mettiamo a lottare per ognuna di queste, ma stavolta no!
Stavolta abbiamo saputo, non possiamo far finta di non sapere, se domani
succedesse qualcosa noi non ce lo perdoneremmo, perché potevamo pretendere e
non l’abbiamo fatto, perché? perché non avevamo tempo? Perché abbiamo voluto
credere alle menzogne di chi ci governa? Perché è più rassicurante dimenticare
il terremoto e pregare? Per paura? Già la paura. Anche noi ne abbiamo, paura di
ritorsioni, paura di essere emarginati (anche dagli stessi gruppi di genitori!!
Si ci è successo), paura di togliere tempo alla famiglia. Sono tante le paure,
ma che fai, ti fermi? Se tutti ci fermiamo, qui non cambierà mai niente, se
tutti ci fermiamo perdiamo il diritto di lamentarci. Noi,:Raffaela Bellini,
Daniela Albertini, Enrico Gaspari, Roberta Profita e Milena Gagliardi, più
qualcun altro (pochissimi) che in questi mesi ci hanno sempre supportato,
stavolta
ce la mettiamo tutta, anche per chi ha paura, sperando che ognuno nella vita
trovi una causa da sposare e per la quale lottare, per cambiare il mondo un
pezzettino alla volta.
(ci metteremmo volentieri anche la faccia se solo fossimo riusciti a farci una foto decente tutti insieme in questi mesi!!)

